Negli ultimi tempi, l’Italia ha assistito a una crescente mobilitazione degli agricoltori. Queste proteste, che hanno visto la partecipazione di trattori e altri mezzi agricoli, sono state alimentate da una serie di questioni che affliggono il settore agricolo.
Le politiche europee
Uno dei principali motivi di protesta riguarda le politiche europee, in particolare il “Green Deal” e la Politica Agricola Comune (PAC). Gli agricoltori sostengono che queste politiche mettano a rischio l’intero sistema primario.
La PAC, ad esempio, prevede l’obbligo di lasciare a riposo il 4% dei terreni per scopi non agricoli, condizione essenziale per accedere ai contributi comunitari. Inoltre, è previsto l’obbligo di effettuare rotazioni delle colture e di ridurre l’uso di fertilizzanti di almeno il 20%. Queste decisioni, secondo gli agricoltori, renderebbero il settore agricolo europeo meno competitivo.
La crisi del settore agricolo
Un altro motivo di protesta è la crisi che affligge il settore agricolo. Negli ultimi 15 anni, in Europa sono scomparse 5,3 milioni di aziende agricole, di cui quasi 600 mila erano italiane. A ciò si aggiungono le difficoltà causate dalla pandemia, la guerra in Ucraina e la conseguente speculazione alimentare.
La tutela del Made in Italy
Gli agricoltori italiani stanno inoltre protestando per chiedere una maggiore tutela del Made in Italy. Essi denunciano la presenza sul mercato di prodotti dall’estero che vengono poi spacciati per nazionali.
Conclusione
La mobilitazione degli agricoltori in Italia è un segnale forte di un settore in crisi, che chiede un cambiamento nelle politiche europee e nazionali. Le proteste continuano, con gli agricoltori pronti a portare i loro trattori fino a Bruxelles e Roma, nella speranza che le loro richieste vengano accolte.