Ma la Rai quanto paga le stampanti? Sono d’oro le stampanti della Rai

Negli ultimi giorni, tra i dettagli dei bandi e delle spese pubbliche della Rai, è emerso un “avviso indagine di mercato” che ha catturato l’attenzione: l’azienda, infatti, ha aperto una gara per il noleggio quinquennale di una stampante multifunzione da collocare a Torino. La cifra indicata come base di gara, 74.135,40 euro, sembra decisamente rilevante per una sola stampante, generando inevitabili domande: è questo un costo giustificato per una semplice stampante? E, soprattutto, quanto incide sulle casse pubbliche e, indirettamente, sui cittadini?

La cifra e le condizioni dell’appalto

La somma di 74.135,40 euro copre il noleggio della stampante per una durata di 60 mesi, comprensiva di assistenza tecnica e dei consumabili (come toner e cartucce). Questa cifra può sembrare elevata per i non addetti ai lavori, portando alcuni a ipotizzare uno spreco, ma bisogna considerare che la stampante multifunzione in questione è probabilmente destinata a un utilizzo aziendale intenso e continuativo. La fornitura, come spesso accade per i beni e servizi per le grandi imprese, prevede anche un “affidamento diretto” che segue la fase dell’indagine di mercato. Tale modalità consente alla Rai di selezionare un fornitore specifico senza dover avviare una gara aperta a tutti i possibili candidati.

È davvero un costo così alto?

Nel settore delle grandi aziende e degli enti pubblici, non è raro che i contratti di noleggio per stampanti professionali raggiungano importi rilevanti. Qualcuno potrebbe dire che oltre al semplice acquisto dell’attrezzatura, bisogna tenere anche conto dei servizi accessori come la manutenzione, la sostituzione delle parti usurate e, non ultimo, la fornitura dei consumabili. Nel caso di una stampante destinata a produrre volumi elevati di stampe per cinque anni consecutivi, i costi possono crescere rapidamente. Ma non dimentichiamo che siamo nell’era digitale dove tutto viaggia online.

Un servizio completo e continuativo come quello descritto nell’avviso della Rai non è facilmente paragonabile al semplice acquisto di una stampante casalinga o a una comune stampante da ufficio, ma si parla comunque di una cifra esagerata. Il quesito resta dunque aperto: il prezzo corrisponde effettivamente a un servizio adeguato o è comunque eccessivo rispetto a ciò che il mercato offre?

Sprechi e canone: una questione spinosa

Questo episodio alimenta un dibattito molto sentito da anni in Italia: l’impiego del canone Rai. Molti cittadini si chiedono se i loro soldi siano davvero utilizzati per un servizio pubblico di qualità, o se finiscano invece per finanziare spese che potrebbero essere gestite con maggiore oculatezza.

Una parte dei cittadini italiani, in particolare coloro che ritengono di non beneficiare pienamente dei programmi e dei servizi offerti dalla Rai, vede l’obbligo del canone come un’imposizione ingiusta, specie se abbinato a spese che, come in questo caso, sembrano difficili da giustificare.

La necessità di maggiore trasparenza

In un contesto in cui la fiducia dei cittadini verso le istituzioni e i servizi pubblici è spesso minata da episodi di sprechi o presunti tali, la Rai potrebbe sfruttare questo episodio come occasione per migliorare la trasparenza e giustificare più chiaramente i costi legati agli appalti. La comunicazione di informazioni dettagliate sulle specifiche tecniche della stampante, sull’utilizzo previsto e sul tipo di assistenza inclusa potrebbe contribuire a far comprendere meglio il motivo di questa spesa.

La questione, in ogni caso, rappresenta un esempio emblematico delle difficoltà che i grandi enti pubblici incontrano nel bilanciare efficienza economica e gestione trasparente dei fondi pubblici.

In conclusione, sebbene il costo possa avere una giustificazione tecnica per le necessità operative della Rai, resta il bisogno di un monitoraggio continuo e di una gestione attenta e parsimoniosa delle risorse pubbliche, per garantire che ogni euro investito risponda a un’effettiva utilità per i cittadini che contribuiscono a finanziare il servizio pubblico.

By andrea